Cronache

Lo Stato (confusionale) della musica

Le sovvenzioni del Ministero della Cultura accontentano qualcuno e scontentano altri. A Vicenza brindano Quartetto e Orchestra del Teatro Olimpico, azzerati Vicenza Jazz e Settimane Musicali. L'astrusità del metodo fa montare la polemica

Sovvenzioni dello Stato alla musica, se non è un terremoto, poco ci manca  (a questo link i decreti). Vicenza si ritrova bastonata e gratificata insieme, ma alcune decisioni sono decisamente clamorose. E nel Veneto un po’ dovunque si registrano scosse di assestamento destinate inevitabilmente a suscitare qualche polemica. Del resto, dopo la pubblicazione dei “decreti direttoriali” con le quantificazioni dei contributi, la protesta monta un po’ in tutta Italia, e non getta acqua sul fuoco il dissidio all’interno della commissione consultiva per la musica del Ministero, con le dimissioni della compositrice Silvia Colasanti, fortemente negativa sull’astruso sistema in vigore da un anno. Padre di questo sempre più contestato metodo è il potente direttore generale dello Spettacolo presso il Mibact, Salvatore Nastasi, convinto in tal modo di porre fine ai finanziamenti “soggettivi e discrezionali”, a favore di criteri “esclusivamente basati sul merito e l’oggettività”.

Se davvero così fosse, la bocciatura sarebbe particolarmente sconfortante per due storiche rassegne musicali vicentine, Vicenza Jazz e le Settimane Musicali al Teatro Olimpico, entrambe attive da più di 20 anni, entrambe conosciute per la qualità artistica delle loro proposte, sia pure con diverse risposte di pubblico (maggiore per il jazz che per l’opera). I contributi che ricevevano, infatti (l’anno scorso, rispettivamente, 23 mila e 25 mila euro), sono stati azzerati.
Ma come si diceva, se a Vicenza la musica afro-americana e l’opera piangono, la classica, sia cameristica che sinfonica, ha ottimi motivi per ridere. La Società del Quartetto ha ottenuto un notevole aumento del contributo, che supera ora gli 84 mila euro (prima erano 72 mila), mentre clamorosa è la crescita dell’Orchestra del Teatro Olimpico  (foto in alto) nella sua nuova configurazione come orchestra giovanile: da 37 mila a 68 mila euro.
In ambito regionale, colpisce la crescita molto forte dei Solisti Veneti, che da poco meno di 200 mila euro passano a quasi 300 mila, mentre le notizie sono negative sia per i Virtuosi Italiani di Verona, che avevano ottenuto 11 mila euro e non avranno più nulla, sia per l’Ex Novo Ensemble, formazione veneziana particolarmente vocata alla musica contemporanea, che nel 2014 aveva ricevuto 9 mila euro e rimane al palo. Un taglio di quasi 30 mila euro (quasi il 25%) patiscono i prestigiosi Amici della Musica di Padova (da 128 mila a 97 mila euro). Clamoroso invece il “rush” di Veneto Jazz, che va oltre il raddoppio (da 40 mila e 89 euro), e sembra così aver “vampirizzato” il festival jazz vicentino. Molto cospicua anche la crescita di Asolo Musica, che è cornice di concerti sotto l’egida della Regione non solo nel centro della Marca ma in varie zone del Veneto (Legnago, Chioggia, un paio di ampie rassegne organistiche), che tocca quota 200 mila, avendo lo scorso anno incassato dallo Stato 126 mila euro.
Con questi alti e bassi, che si ripetono un po’ in tutta Italia, il metodo Nastasi sembra dunque avere effetti destabilizzanti che mettono in dubbio le teoriche buone intenzioni.

Nei casi vicentini citati (e bisogna aggiungere che pure l’Accademia Musicale di Schio, propositrice di un’interessante stagione, è rimasta a zero) sembra improbabile che la qualità artistica non sia stata giudicata all’altezza. Il problema è che il punteggio – secondo quanto stabilisce il DM 1 luglio 2014, “Nuovi criteri per l’erogazione e modalità per la liquidazione e l’anticipazione di contributi allo spettacolo dal vivo…” – si basa anche su altri due parametri, la “Qualità indicizzata” e la “Dimensione quantitativa”. E a proposito di qualità indicizzata, si premia non solo e giustamente chi è in grado di raccogliere sponsorizzazioni private, ma anche chi ha altri finanziamenti pubblici, in una circolarità la cui “viziosità” appare evidente: chi più raccoglie soldi da Comune, Provincia, Regione, più facilmente li avrà dallo Stato.
Del resto, il decreto che regola in un burocratese irto di astruse formule matematiche tutta la materia (per chi vuole togliersi la curiosità, qui il testo) è un preclaro esempio di una situazione che in altri tempi sarebbe stata definita “lunare” e oggi rischia addirittura di diventare il manifesto dell’Italia che “cambia verso”.
Sta di fatto che a livello nazionale molti organizzatori sembra vogliano chiedere “l’accesso ai documenti” per capire le scelte del Ministero ed eventualmente fare ricorso al Tar. E intanto fra gli addetti ai lavori vicentini penalizzati corre un’amara battuta sulla necessità di capire i “segreti” dell’algoritmo in base al quale il cervellone elettronico del Ministero fa le sue classifiche e distribuisce i contributi. Altri, è evidente, ci sono riusciti molto meglio.

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Pubblicato su Vvox.it

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